EMIGRARE PER AMORE: la storia di Luigi

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Luigi 35 anni, toscano più precisamente di Siena. Voiceover di professione emigrato a LIONE da ormai 9 anni.

 

Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia e trasferirti in questo paese ?

Sono arrivato a Lione nell’estate del 2009. Non avevo mai vissuto all’estero prima. Ho lasciato l’Italia per amore di una donna francese. Ci siamo conosciuti a Siena nel 2005 perché lei stava facendo l’Erasmus. Dopo tre anni è tornata in Francia per proseguire gli studi a Lione. Abbiamo  continuato la nostra relazione a distanza per un anno e, avendo terminato i miei studi e il mio contratto di lavoro in una TV locale, ho deciso di raggiungerla.

Racconta la tua avventura ?

Sono arrivato senza parlare praticamente una parola di francese. Venivo dal mondo della radio e tv e avevo voglia di continuare questo percorso. Il mio primo lavoretto in realtà è stato a Parigi nel luglio 2009. La mia  compagna ogni estate era impegnata come animatrice in un centro per bambini. Cercavano personale e le ho detto che volevo farlo anche se non parlavo la lingua. E’ andata benissimo e grazie ai bambini ho potuto imparare tante parole ed espressioni. Alcuni di loro erano veramente  piccoli e a volte mi sembrava che avessero il mio stesso livello di francese, quindi mi sentivo a mio agio. Una volta a Lione la prima cosa è stata iscrivermi ad alcuni corsi di francese gratuiti e immergermi il più possibile nella cultura locale (TV, radio, giornali). In 6 mesi ho raggiunto un discreto livello e nel marzo 2010 sono riuscito a superare un colloquio di lavoro alle Galeries Lafayette. Vendevo occhiali da sole. Per ora lavorare nell’audiovisivo non era possibile Ho fatto diversi lavori ma più o meno rimanendo sempre nel campo  della vendita : occhiali da sole, orologi, macchine per la lavorazione del legno, miniature e giochi da tavolo e sono stato country manager per un datacenter. Poi nel 2014 sono stato assunto come commerciale in uno studio di  registrazione specializzato negli spot radio. Avevo visto l’annuncio e  venendo dal mondo della radio mi interessava. Qui ero incaricato di vendere spot radio e voiceover per differenti progetti audiovisivi. Un giorno il mio capo aveva bisogno di una voce italiana con accento per uno spot radio. Ha proposto la mia voce e al cliente è piaciuta molto. Da lì è stato un susseguirsi de registrazioni in francese e italiano. Contemporaneamente mi sono iscritto a dei corsi di teatro che mi hanno permesso di migliorarmi. Nel 2016 io e la mia compagna siamo diventati genitori di una dolcissima bambina. Per arrotondare un po’ alla fine del mese ho deciso di mettermi in freelance come voiceover mantenendo comunque il mio lavoro di commerciale nello studio di registrazione. Oggi sono commerciale di giorno e voiceover la sera.

Quali sono i pregi e i difetti di questa città ?

Difficile da dire. Vengo da una piccola città che malgrado un’importanza storica e un notevole ateneo offre poco in termini lavorativi. Una cosa che mi piace di Lione è che per me è un grande paesone. Malgrado faccia parte delle tre più grandi città francesi, ho l’impressione di vedere sempre le stesse persone. Inoltre ci si muove facilmente da un lato all’altro della città grazie alla rete dei trasporti pubblici, piste ciclabili, ma anche a piedi è fattibile. Culturalmente parlando offre molto:, Lione è una città ricca di storia e c’è sempre qualcosa da fare, non dimentichiamo che è stata la culla del cinema dei fratelli Lumière. La cucina anche è ottima! Va detto anche che non sono il classico Italiano che ama solo la tradizione del proprio paese o ancora peggio della propria madre e Lione ha una tradizione culinaria importante e varia. Difetti, probabilmente l’inquinamento, che comunque non è paragonabile a quello di Parigi, e una rete di piste ciclabili che potrebbero a mio avviso essere migliorate. A volte la trovo un po’ sporca. E facile camminare e rischiare di calpestare di tutto. Ovviamente come tutte le grandi città c’è più delinquenza che in una città come Siena. Ma devo dire che a Siena mi sono fatto rubare l’autoradio e a Lione no. Come per tutte le cose, giudichiamo secondo le nostre esperienze.

Come questa esperienza ti ha cambiato ?

Per me partire è stato un po’ la transizione dall’essere ragazzino all’ essere adulto. Credo che se adesso dovessi ritornare in Italia non saprei come muovermi : trovare un lavoro, aprire un conto corrente, fare un mutuo, chiedere la disoccupazione. Sono troppo abituato al sistema francese. Un altro cambiamento che sento è quello di essere più stressato e impaziente. Si dice che i Francesi siano più stressati di noi ma per quanto riguarda la mia “nuova personalità” non so se sia dovuta alla Francia o semplicemente al fatto che adesso sono responsabile di me stesso, della mia nuova famiglia, del mutuo da pagare a fine mese. Prima ero dai miei e se qualcosa andava storto avevo il mio paracadute.

Qual é stato lo scoglio più difficile da affrontare ?

In un primo tempo sicuramente annunciare ai miei che partivo. La più grossa soddisfazione una volta in Francia è stata superare due grandi ostacoli. Il primo era il telefono : riuscire a comunicare al telefono in francese è stata una grande liberazione. Penso che sia la parte più difficile dell’apprendimento di una lingua. Il secondo ostacolo era riuscire a fare battute in francese e far ridere. È una sensazione bellissima e per qualcuno come me che è stato speaker radiofonico per molti anni è un’enorme soddisfazione.

 Ad oggi sei soddisfatto di esserti trasferito ?

Si’ e lo rifarei  senza nessun rimorso.

Qualche consiglio da dare ? 

Partite se potete. Non per forza per “emigrare”, ma anche solo per viaggiare. Se non è possibile per diversi motivi, cercate di conoscere gente di altri paesi e culture.

Dopo questa esperienza, se potessi trasmettere un messaggio agli italiani cosa diresti ?

 Una cosa che mi irrita quando torno in Italia è vedere come molta gente non ami gli stranieri e in particolare i Francesi. Una specie di odio storico che non sanno nemmeno spiegare. Mi capita ancora di sentire la storia della Gioconda che è stata rubata o sciocchezze simili. Sono irritato anche dall’etnocentrismo di una buona parte degli Italiani. “Da noi è meglio, si mangia meglio, c’è il sole, eccetera”. Forse il vero problema è nel concetto stesso di “estero”. L’estero esiste perché ci sono barriere che delimitano paesi. A me piace sentirmi mondiale. Non ho viaggiato molto, ci sono paesi e culture che mi interessano e altre meno, ma non ho la prepotenza di pensare che la mia è migliore di altre. Ci tengo a dire che l’etnocentrismo non è una caratteristica italiana attenzione! Anche in Francia non si scherza. Il messaggio che vorrei trasmettere è di guardare al di là del proprio naso. Bisogna avere la curiosità di conoscere altre culture o anche solo una, ma bene. Questo permette di prendere una certa distanza sulla propria cultura e poter essere più critici.

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