IL VIANDANTE E LA RESILIENZA

Oggi voglio scrivere un articolo diverso, forse uno di quelli che nessuno ha mai scritto prima in un blog di viaggi. Un pò perché si tratta di un argomento personale (e magari un pò delicato), un po’ perché probabilmente nessuno vuole abbordare temi di questo genere. Ma credo che anch’esso faccia parte della realtà del viandante quindi mi sembra giusto affrontarlo. Viaggiare soli non è sempre una passeggiata. Anzi, a volte si tratta di una sfida continua, come una corsa ad ostacoli che si ostina a metterti alla prova, giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza. E, se è vero che questo percorso è fatto di tanti lati positivi, è anche vero che ogni tanto ce ne sono altri meno piacevoli e spassosi. A volte capita di trovarsi in situazioni stressanti, poco piacevoli o di sentirsi soli e ci sono momenti in cui la compagnia sarebbe fondamentale, soprattutto quando la casa è lontana, ma non sempre é possibile trovarla. Per questo voglio parlarvi di uno stato mentale indispensabile per affrontare quelle giornate scandite da pensieri negativi ed energie ostili: la resilienza, spiegando di cosa si tratta, di come maturi e di tutti i piccoli trucchi che aiutano me ad andare avanti anche nei momenti meno gioiosi.

Con il termine resilienza in psicologia si intende la capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi imprevisti, di riorganizzare positivamente la propria mente dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. In breve, sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti.

“Ho sviluppato una forza interiore che mi ha fatto dimenticare la povertà in cui versavo, la sofferenza, la solitudine e la frustrazione.” (N. Mandela)

Essere o meno persone resilienti non è un modo di essere ma una scelta, e in viaggio di scelte se ne hanno ben poche: o trovi un modo per andare avanti, o ne trovi un altro. Non ci sono scappatoie, ecco perché credo che partire soli sia un ottima tecnica per sviluppare quest’arte mentale. Infatti dopo 6 anni di viaggi in cui mi sono ritrovata di fronte a moltissime situazioni, credo di aver sviluppato egregiamente questo tratto psicologico. Per questo voglio condividere con voi le strategie che mi aiutano a non mollare mai.

Innanzitutto durante i miei viaggi ho imparato che la sfortuna e la fortuna non esistono. Per questo quando vago e mi trovo ad affrontare una situazione difficile tengo bene a mente che non si tratta dell’ennesima “sfiga” ma piuttosto di una nuova possibilità. Di una occasione per evolvere e imparare qualcosa di nuovo, guardando la situazione da un altro punto di vista: quello di una nuova partenza con nuove opportunità e buoni propositi. Quello che più mi aiuta è pensare che le situazioni difficili capitano a tutti e capitano perché tu possa imparare qualcosa e diventare una persona migliore.

Un’altra astuzia che utilizzo è evitare di soccombere alle emozioni negative che vorrebbero prendere il sopravvento. Ammetto che crogiolarsi nel problema alle volte sembra meno faticoso che affrontare quella situazione che ci rende infelici perché richiede un salto nel vuoto iniziale. Ma bisogna capire che volersi bene e accettare di non avere colpe se questa o quella persona ci ha abbandonati o se quel tragico evento è capitato proprio a noi, è fondamentale. Non a caso Rutter (1987), sostiene che la persona resiliente reagisce con tolleranza alla sofferenza e, invece, di soccombere o lamentarsi con enfasi amplificando il problema, trae forza dalla sua impresa direzionando le sue energie verso cambiamenti risolutivi e praticabili. Secondo quest’ultimo le funzione dei meccanismi di resilienza sono dunque: ridurre l’impatto del rischio; interrompere la catena di reazioni negative; contrastare i fattori di rischio: consolidando e mantenendo l’autostima e l’autoefficacia, aprire i soggetti a nuove opportunità, potenziare le risorse del soggetto.

Insomma, avere un approccio positivo nel confronti della vita e delle situazioni avverse che possono capitare è essenziale, ancora di più quando si viaggia soli e si è sprovvisti di un supporto psicologico costante. Quindi ricordate sempre a voi stessi che mantenere una attitudine resiliente é la chiave per affrontare un lungo viaggio in solitaria. E poi si sa, dopo la tempesta nasce sempre un arcobaleno e niente potrà sostituire la soddisfazione che proverete nel constatare di esservela cavata ancora una volta.

1 commento su “IL VIANDANTE E LA RESILIENZA”

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